LUPO SOLITARIO (THE INDIAN RUNNER) |
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di Sean Penn, con David Morse, Dennis Hopper, Valeria Golino, Patricia Arquette
(Stati Uniti, 1991)
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Per accedere all'età adulta - dice una vecchia leggenda indiana - bisogna inseguire un daino finchè questi sia esausto, ed inalare il suo ultimo respiro. Ambientando nel Nebraska il suo primo lungometraggio (il conflitto fra due fratelli, onesto poliziotto il primo, psicopatico e violento reduce dal Vietnam il secondo) Sean Penn ha pensato a quell'antico soffio da mitica tragedia che accompagna l'estinzione della civiltà indiana. Con una reputazione di ribelle hollywoodiano, con il suo modo crudo, quasi feroce di condensarsi sulle tensioni famigliari ricorda certe atmosfere steinbeckiane, o ancora certi film di Elia Kazan. Con delle contraddizioni che finiscono talvolta per servire questa specie di western urbano, Penn eredita pure tutto il virtuosismo cinematografico della tradizione americana: ed è proprio questo a tradirlo (almeno per il momento). Dalla prima all'ultima delle sue immagini il film - che per altri versi non pecca di generosità - è tutto pensato in funzione dell'effetto espressivo: esasperazioni formali del tutto inutili (grandangolari o teleobbiettivi spropositati, amplificazione dei suoni, dilagare delle musiche, e via dicendo anche quando si tratta di mostrare semplicemente uno che si sta bevendo una gazzosa). Alle quali va aggiunto una resa piuttosto truculenta dei due protagonisti.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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